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Abbazia di Pulcherada a San Mauro Torinese

Fondata in epoca franca

Storia
L'Abbazia di San Mauro di Pulcherada (antico nome romano dell'attuale San Mauro Torinese) sorse probabilmente durante gli anni della dominazione franca (773 - 875). Il primo documento che menziona l'Abbazia di Pulcherada è il diploma di fondazione del monastero di Spigno, ad opera di Anselmo I, marchese di Saluzzo. Tale documento porta la data del 4 maggio 991 e da esso risulterebbe che l'Abbazia di Pulcherada era stata precedentemente distrutta da "uomini cattivi" (mali homines, cioè i Saraceni), i quali nel 937, nel 951 e nel 954, scendendo dalla Valsusa, fecero incursioni nel Torinese, saccheggiando Susa e Torino e distruggendo l'antico monastero di San Mauro, coi suoi castelli di Pulcherada, Matingo, Albareto e Sambuceto (Sambuy). L'abbazia fu ricostruita in più fasi, sia su impulso del marchese Anselmo, che nel 991 la cita appunto nel diploma ricordato, sia nei secoli undicesimo e dodicesimo. Il complesso subì rimaneggiamenti nei secoli tredicesimo e quattordicesimo.

L'antico monastero medievale si estendeva sull'area ora occupata dagli attuali palazzo del municipio, giardino parrocchiale e chiesa di S. Maria. Il monastero comprendeva nel suo recinto giardini, un mulino, un forno e attività artigianali varie, affinché i monaci fossero autosufficenti e non avessero alcuna occasione per uscire dal monastero.
Intorno alla metà del 1500 la chiesa dell'abbazia si presentava ancora a tre navate. Nelle absidi delle navate laterali vi erano due cappelle, una delle quali dedicata alla Madonna.
Successivamente la chiesa cadde in stato di forte degrado, tanto che nel 1665 l'Abate Commendatario Petrino Aghemio, canonico della chiesa metropolitana di Torino, modificò radicalmente la forma primitiva della chiesa, rimpicciolendola e cancellando l'impianto basilicale della chiesa abbaziale, sopprimendo le due navate laterali. La navata destra fu distrutta per metà, mentre quella sinistra fu ridotta a corridoio. Le due absidi terminali, con le loro finestrelle, furono conservate. Una di queste forma la cosiddetta sacrestia vecchia, mentre l'altra costituisce l'attuale sacrestia. Furono aperte grandi finestre rettangolari e fu costruito il voltone attuale, basso e pesante. Furono inoltre costruite le due attuali cappelle, una dedicata alla Madonna e l'altra a San Carlo. L'antica facciata medievale fu coperta dall'attuale facciata, che di pregevole ha soltanto il portale.
Il campanile del XIII secolo, già mancante della cuspide terminale, non subì modifiche.
Il 20 giugno 1800 il Piemonte fu annesso da Napoleone alla Francia. Ciò comportò la confisca dei beni dell'Abbazia di Pulcherada: le cascine di Pescarito e della Braida e il palazzo abbaziale (l'attuale municipio) furono venduti. Ormai dipendente dall'Abbazia di S. Quintino di Spigno, l'abbazia di Pulcherada fu soppressa nel 1803.
Nel 1813 il prevosto dell'epoca, Bertoldo, sostituì l'altare di legno con uno in mattoni e marmo. Per far posto al nuovo altare fu abbassato il pavimento del presbiterio di quasi un metro, distruggendo la vecchia cripta medievale, dove si seppellivano i monaci, che fu riempita di macerie. In quella occasione fu anche realizzata l'attuale sacrestia nuova.
Della chiesa abbaziale primitiva, in origine dedicata a S. Mauro ed ora a S. Maria, rimangono pochi ma significativi resti: oltre al campanile protogotico (della prima metà del sec. XIII) e ad una porzione della navata sinistra (sec. XI), la chiesa conserva l'interessante e antica abside centrale (sec. XI), assai sviluppata e costruita anche con mattoni romani.

La facciata della chiesa
L'attuale facciata è quella che risulta dopo i restauri del 1927, quando "la Regia Soprintendenza ai monumenti antichi ordinò di demolire la facciata innalzata sopra l'antica nel 1665, quando fu fatta la grande volta attuale della Chiesa e ridotta ad una navata sola invece di tre". Durante i lavori del 1927 tornò alla luce l'antica facciata romanica in pietre e mattoni, che presentava due finestre ogivali nelle parti laterali e una rotonda nel centro, con due lesene che si innalzavano per tutta la lunghezza della facciata. La vecchia facciata medievale fu tuttavia nuovamente coperta con una nuova e semplice facciata ad intonaco, che conserva tracce dell'antico nelle lesene e nelle finestre.

Le cappelle interne
La cappella del Sacro Cuore, a metà della parete destra e originariamente dedicata a S. Carlo, fu creata nel 1665 dall'abate Petrino Aghemio, a seguito della eliminazione delle due navate laterali.
Al posto della navata sinistra, anch'essa soppressa nel 1665, furono create la cappella dedicata alla Madonna e quella dedicata al Rosario. Quest'ultima presenta un altare in marmi policromi, inaugurato nel 1941 e, ai lati della nicchia centrale, altre due nicchie che ospitano le statue di S. Anna, a sinistra, e di San Giuseppe, a destra. Sulla parete frontale, tra due angeli e sopra la cornice che racchiude la nicchia della Madonna del Rosario, è individuabile un affresco con l'immagine di un santo.
La cappella dell'Addolorata fu costruita nel 1845, su progetto di Giovanni Gunzi, con lo scopo di aumentare la capienza della chiesa, trasferendo nella nuova cappella il fonte battesimale, precedentemente collocato in fondo alla chiesa sul lato sinistro.

L'abside romanica
Nell'abside si rinvengono due fasi costruttive: la prima, forse carolingia, nella struttura muraria e nelle ampie finestre arcuate, e la seconda, della fine del secolo X, nelle lesene applicate e nella cornice di fornici a nicchie. Il muro esterno curvilineo dell'abside è diviso in sei campi da lesene, che nella loro parte inferiore, mediante risega, presentano maggior spessore. Sotto la cornice, formata da mattoni tagliati di sbieco, si aprono cornici cieche o nicchie, tre per ogni campo limitato dalle lesene. Caratteristiche sono poi le grandi finestre arcate senza strombatura laterale, con armille di mattoni romani, che conferiscono alla parte inferiore dell'abside l'aspetto di una costruzione di epoca imperiale romana.

La balaustra e il pulpito
L'elegante balaustra in marmo pregiato e il pulpito in noce, preziosamente arricchito con finiture dorate di epoca e stile barocchi, provengono dalla chiesa della Confraternita del Santo Sudario di Torino e furono qui trasferiti nel 1813.

La sacrestia nuova
L'attuale sacrestia occupa ciò che rimane della navatella laterale sinistra, distrutta nel 1665 a seguito della trasformazione della chiesa voluta dall'abate Aghemio. Nell'absidiola terminale si notano ancora alcune finestre a strombatura ed i muri perimetrali di grande spessore della chiesa. Nel corridoio della sacrestia vi è una conca semisferica, adibita a lavabo, in marmo di Gassino, che secondo alcuni è stata scavata in una base di colonna romana.

Il campanile
Il campanile dell'attuale chiesa parrocchiale di San Mauro Torinese (già campanile dell'abbazia di San Mauro di Pulcherada) è alto e possente, indubbiamente sproporzionato alla facciata della chiesa ed alle esigenze di culto. Si ipotizza pertanto che esso fu eretto soprattutto con finalità belliche (si pensi alle incursioni dei Saraceni). Osservando la tessitura muraria si nota una fascia in cui il campanile romanico fu innestato sugli antichi ruderi del campanile distrutto dai Saraceni. La vecchia muratura è facilmente individuabile poiché più irregolare e ricca di grosse pietre. Del campanile sono particolarmente interessanti le decorazioni in mattoni che ne delimitano i piani ed il cornicione sommitale. L'arco di accesso all'originario monastero sostiene ora, a ridosso del campanile, una parte dell'edificio dell'attuale casa parrocchiale. Ai lati dell'arco, quasi nascosti nell'intonaco, si intravvedono i cardini del portone che un tempo separava il perimetro abbaziale dal centro abitato.

Comune: San Mauro Torinese (TO) | Regione: Piemonte | Localizza sulla mappa
L'abside di S. Maria di Pulcherada
L'abside di S. Maria di Pulcherada
(foto di: Andrea Miola)
 
Abbazia di Pulcherada a San Mauro Torinese
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Abbazia di Pulcherada a San Mauro Torinese
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