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Castello di Mazzè

A dominio dell'anfiteatro morenico d'Ivrea e della Dora Baltea

Storia
Il complesso del castello di Mazzè è situato sulla sommità della collina morenica su cui si adagia l'omonimo paese, quasi al centro del Canavese, a dominio sia della forra entro cui scorre la Dora Baltea, sia delle piane di Ivrea, a nord, e di Chivasso, a sud.
Il sito su cui sorge il castello fu occupato già in epoca celtica, come attestano il menhir e l'ara riportati da poco alla luce. Di epoca romana sono invece i resti (visibili nei sotterranei del castello) del "Fortem Copacium", eretto nel 175 a.C. dal Console Appio Claudio, quale presidio romano contro i Salassi, bellicoso e fiero popolo celtico che abitava nel Canavese ed in Valle d'Aosta e che cercava di contrastare, con poco successo, l'avanzata romana nelle proprie terre.

Nel 1141 l'imperatore Enrico IV di Sassonia investì del feudo di Mazzè la famiglia ghibellina dei Valperga, che in seguito si dividerà in ramo Valperga di Valperga e ramo Valperga di Mazzè. Risale a questo periodo la trasformazione del forte romano (il "Fortem Copacium") in prigione, trasformazione voluta dai conti di Valperga.
Nel 1316 i Valperga elevarono sui ruderi romani, da due secoli trasformati in prigione, un castello, al quale fu affiancata, poco dopo, una casa-forte, oggi trasformata in dimora (il cosiddetto "castello grande"), adiacente al più antico "castello piccolo".
A partire dal Quattrocento il feudo ed il castello di Mazzè seguì le sorti dello stato sabaudo. Nel 1515 il castello fu temporaneamente occupato dal re di Francia Francesco I. In questo periodo la struttura era ormai diventata un maniero di campagna, senza altra utilità militare se non quella di ospitare una piccola guarnigione sabauda.
Il castello fu proprietà dei conti Valperga, ramo di Mazzè, dal 1141 fino al 1840. In seguito la proprietà passò ai conti Brunetta d'Usseaux, antica famiglia nobile francese originaria dell'Alvernia, dal XVII secolo passata al servizio dei Savoia. Eugenio Brunetta d'Usseaux, che abitò nel castello dal 1850 al 1919, fece eseguire profondi lavori di restauro e rifacimento, sia nella parte più antica posta verso la Dora, edificata nel 1317 sulle rovine della preesistente prigione, sia nella casaforte posta a ovest, col tempo divenuta pertinenza agricola, conferendo in tal modo al complesso l'aspetto attuale. Sotto la direzione dell'architetto Giuseppe Velati-Bellini, modificando le strutture preesistenti, dal 1897 al 1907 furono realizzati due manieri di fattura squisitamente neo-gotica, con un cortile ed un parco, esteso sino al fiume, che conservano ancora oggi tutta la loro bellezza. Dopo la morte di Eugenio Brunetta d'Usseaux (1919), primo e finora unico italiano ad essere stato segretario del Comitato Olimpico Internazionale (dal 1908 al 1919), i due castelli furono abbandonati e l'archivio del C.I.O., qui conservato, andò disperso.
Nel 1859 la struttura ospitò il re di Sardegna, Vittorio Emanuele II, che qui si era recato per studiare come contenere l'offensiva austriaca durante la seconda guerra d'indipendenza. Nel castello soggiornò anche lo zar Nicola II, in viaggio in Piemonte. Durante la seconda guerra mondiale il castello fu sede del comando tedesco di zona e qui, nel maggio 1945, fu firmata la resa delle truppe tedesche al comando delle forze alleate, che avevano nel frattempo occupato anche il Piemonte ed il Canavese.
Dopo anni di abbandono, da alcuni decenni il castello è passato in proprietà alla famiglia Salino di Cavaglia, che ha recuperato e restaurato il castello e il grande parco.

Visita
Il complesso del castello di Mazzè è suddivisibile in due parti: il "castello piccolo", ad oriente e risalente al Trecento, ed il "castello grande", a occidente e risalente al Quattrocento, ma con rifacimenti neogotici eseguiti nell'Ottocento. All'interno del castello grande sono da vedere gli affreschi di stile neogotico, opera di Romolo Bernardi, dipinti nel portale d'onore, nelle pareti dello scalone e nella sala del trono. Notevoli gli intarsi eseguiti, sempre nella sala del trono, da Carlo Arboletti, ed il camino in pietra costruito dai fratelli Catella. Degni di nota infine i soffitti della sala da musica e nel salone gotico, eseguiti dal pittore Giovanni Beroggio. A pochi metri dal Salone delle Armi si trova il Rivellino, primario bastione difensivo posto sull'ingresso principale del Castello e che offre una notevole vista su Monferrato, Canavese, Vercellese, Dora Baltea, Torino, Superga, Monviso, Gran Paradiso e gran parte dell'arco alpino occidentale.
Nei sotterranei sono visibili le prigioni e la ghiacciaia, del XIV sec., i resti romani con la cisterna d'assedio del II sec. a.C., la "cripta celtica" del X sec. a.C., e la cappella funeraria del XV sec.
Da alcuni anni nei sotterranei del castello è stato inoltre allestito il Museo della Tortura, che ospita oggetti provenienti in gran parte dalla Spagna, ma anche da altri paesi europei. La collezione si sviluppa su circa 500 mq. sotterranei, dotati di un suggestivo sistema di illuminazione e diffusione sonora e controllati da telecamere a circuito chiuso.
Il castello è dotato di un grande parco, che dalla sommità della collina scende quasi fino alla riva della Dora Baltea. Anche il parco, come il castello, è posto sotto tutela, in base alla legge n. 1497 del 1939, quale monumento paesaggistico naturale. All'interno del parco si trova un percorso segnalato, che si sviluppa per più di 5 km e con inizio in discesa, ideale per escursioni tra boschi di querce, faggi e frassini, splendidi scorci panoramici sul sottostante fiume Dora Baltea, ruderi romanici e aree d'interesse botanico.
Oltre al vasto parco, all'interno delle mura di recinzione del castello si trovano anche la grande piazza d'armi, i giardini interni con piante pregiate e un'ampia terrazza, da cui si gode uno splendido panorama.

Per informazioni e orari di apertura: Tel. 0119830765 - email: info@castellodimazze.it - Sito internet: www.castellodimazze.it

Comune: Mazzè (TO) | Regione: Piemonte | Localizza sulla mappa
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