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Castello di Castagneto Po

Dove Carla Bruni giocava da bambina

Dell'esistenza del castello di Castagneto si ha testimonianza già nel 1019, quando Ottone Guglielmo, figlio del marchese Adalberto II Re d'Italia, donò ai monaci dell'Abbazia di Fruttuaria (San Benigno Canavese), insieme ai territori circostanti, la metà di Chivasso «cum castello Castaneo ultra Padum». In tal modo il castello di Castagneto diventò possedimento indiretto del Vescovo di Ivrea, nella cui diocesi si trova l'Abbazia di Fruttuaria.
Nel 1227 il castello di Castagneto Po fu concesso come investitura, insieme a Casalborgone e a Chivasso, ai marchesi del Monferrato. Dal XIII secolo il controllo della regione passò ai Principi d'Acaja, fatto che diede luogo a feroci attacchi da parte dei marchesi del Monferrato. Nel 1397 Castagneto e il suo castello furono dati alle fiamme dal condottiero Facino Cane e dalle sue truppe.
Il castello e l'abitato di Castagneto, ricostruiti dopo le distruzioni, divennero dapprima feudo dei Roero di Asti, poi dei Socci e infine dei Provana. Nel 1620 Vittorio Emanuele I Duca di Savoia diede il paese ed il castello in feudo al conte Giovanni Antonio Trabucco, potente generale delle finanze del Re.

Fra il 1500 e il 1700 Castagneto subì numerose invasioni da parte delle armate francesi. Insieme a Chivasso, infatti, Castagneto fu inclusa nel sistema difensivo a protezione di Torino da est. Nel 1705, durante la guerra di successione spagnola, così come accadde per la fortezza di Verrua Savoia, anche la roccaforte ed il borgo di Castagneto furono distrutti dalle truppe del generale Louis Françoise de la Feuillade, duca d'Aubusson, in seguito insignito del titolo di Maresciallo di Francia.

Sulle rovine dell'antica fortezza di Castagneto, nel 1740 i conti Trabucco fecero riedificare il castello su disegni dell'architetto  Filippo Giovanni Battista Nicolis conte di Robilant. I lavori di riedificazione furono ultimati nel 1835 da Ernesto Melano, architetto che lavorava presso la corte reale.
Nel 1859 la proprietà del castello passò ai conti Ceriana. A partire da questo periodo il castello iniziò ad essere chiamato Villa Ceriana. Arturo Ceriana abbellì il castello e vi aggiunse una galleria disegnata in stile cinquecentesco, decorata con marmi e pietre fini scolpite. Due grandi artisti operanti in Piemonte, Francesco Gonin (1808-1889) e Costantino Sereno, si occuparono inoltre della decorazione di alcune sale.

Dopo i Ceriana, il castello passò ai conti Fé d'Ostiani.

Nel 1952 il castello fu acquistato dall'ingegner Alberto Bruni Tedeschi (Moncalieri, 1915 - Parigi, 1996), figlio dell'industriale di origine vercellese Virginio Bruni Tedeschi, fondatore e proprietario dell'industria della gomma C.E.A.T.
Alberto Bruni Tedeschi fu un uomo raffinato e poliedrico. Ereditata dal padre la professione di imprenditore, Alberto compì studi di diritto e di composizione musicale e si distinse per il suo impegno di esploratore negli oceani e nella giungla, di partigiano, di collezionista d'arte, ma soprattutto di ottimo compositore di musica, specialmente dodecafonica. La prima opera lirica composta da Alberto Bruni Tedeschi fu "Villon", su un libretto di Tullio Pinelli (sceneggiatore de "La Dolce Vita"), che fu rappresentata a Bergamo nel 1940 in prima assoluta con la grande cantante Giulietta Simionato e sotto la direzione di Gianandrea Gavazzeni. Grazie alle grandi competenze in campo musicale, Alberto Bruni Tedeschi fu per 14 anni, dal 1956 al 1971, Sovrintendente del Teatro Regio di Torino, che fu ricostruito grazie al suo impulso dopo il rogo del 1936.

Dopo aver acquistato il castello di Castagneto, Alberto Bruni Tedeschi vi intraprese lavori di rinnovamento durati trenta anni. Il castello fu attrezzato per diventare una abitazione dotata di tutti i comfort moderni, compresi gli ascensori, ma fu allo stesso tempo decorato con antiche boiseries e pavimenti in marqueterie, furono restaurati gli affreschi e arredato con mobili, oggetti e quadri.

Alla morte di Alberto Bruni Tedeschi, avvenuta a Parigi il 17 febbraio 1996, il castello di Castagneto andò in eredità alla moglie Marisa ed ai figli Virginio, Valeria e Carla. Il figlio Virginio morì prematuramente nel 2006. Valeria Bruni Tedeschi è una attrice e regista cinematografica, mentre la figlia Carla è la famosa modella e cantante, che il 2 febbraio 2008 sposò il Presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy. Tuttavia, a seguito del regime di separazione patrimoniale dei beni scelto dai coniugi Sarkozy, il castello di Castagneto Po non entrò nel patrimonio del Presidente francese, rimanendo pertanto ancora in proprietà esclusiva della moglie e delle figlie di Alberto Bruni Tedeschi.
Carla Bruni-Sarkozy, la sorella Valeria e la madre Marisa, dopo la morte del padre e marito, trasformarono in accomandita la società che controllava il Castello di Castagneto Po, noto anche col nome di "Villa Ceriana".
Gran parte del prezioso mobilio e delle opere d'arte raccolte da Alberto Bruni Tedeschi, fra i quali quadri d'autore, sedie Luigi XVI, tavoli intarsiati e arazzi, furono venduti all'asta a Londra, da Sotheby's, suddivisi in trecento lotti con un valore complessivo valutato 10,6 milioni di euro, con lo scopo di finanziare la fondazione nata in memoria di Virginio, il fratello di Valeria e Carla Bruni Tedeschi, morto prematuramente nel 2006.

Il 19 maggio 2009, presso lo studio di un commercialista torinese, Marisa Bruni Tedeschi, anche in nome e per conto delle figlie Valeria e Carla, firmò l'atto di vendita del Castello di Castagneto, per una somma di 17,5 milioni di euro. L'acquirente del castello fu un potente uomo d'affari arabo, il principe dell'Arabia Saudita al-Walīd bin Ṭalāl bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, più conosciuto con il nome di "Principe Al-Waleed", considerato il tredicesimo uomo più ricco al mondo (anno 2009). La proprietà fu poi trasferita alla Fondazione Alwaleed Philanthropies.
Il 10 luglio 2009, di ritorno dal summit G8 svoltosi all'Aquila, i coniugi Carla Bruni e Nicolas Sarkozy, dopo una breve visita alla tomba di famiglia nel cimitero monumentale di Torino, dove sono sepolti il nonno, il padre anagrafico ed il fratello di Carla Bruni, fecero una breve visita al Castello di Castagneto Po, che per l'occasione il nuovo proprietario saudita aveva messo a disposizione, affinché Carla Bruni potesse mostrare al marito i luoghi in cui aveva trascorso parte della sua infanzia.

Nel 2019 la Fondazione Alwaleed Philanthropies, presieduta dal principe saudita Al-Waleed, che nel 2009 lo aveva acquistato, donò alla Croce Rossa Italiana il castello di Castagneto Po.

Il castello di Castagneto ha una superficie di 1500 metri quadrati ed è composto da 40 stanze.

All'esterno il castello è circondato da un parco di 144 ettari, in cui sono presenti alberi secolari, orti, frutteti, ampie terrazze coltivate a fiori, antiche serre, cascine e una pista per l'atterraggio di elicotteri.

Il parco, realizzato in pochi anni a partire dal 1847, è opera di Marcellino Roda, giardiniere e paesaggista, attivo con il fratello Giuseppe a Racconigi.

Il castello di Castagneto Po non è visitabile dal pubblico.

Comune: Castagneto Po (TO) | Regione: Piemonte | Localizza sulla mappa
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