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Pubblicati due studi sul topino

Altresì chiamato rondine riparia, uccello migratore che trascorre l’estate nelle riserve naturali lungo il Po, tra Casalgrasso e Moncalieri

( 17 Febbraio 2020 )

Il topino (Riparia riparia) non è un piccolo ratto come i più potrebbero pensare, bensì un uccello parente stretto delle rondini. Questa specie, anziché nidificare nelle stalle e nei casolari, arrivando da oltre il deserto del Sahara migra in Europa, dove si “scava la casa” nelle rive dei fiumi erose dalla corrente. In condizioni naturali, a seguito delle piene stagionali annuali, in alcuni punti le sponde fluviali diventano ripide e franose, creando così le condizioni idonee per essere popolate da numerosissimi individui che vi scavano il nido. I topini formano vere e proprie colonie riproduttive, formate da buchi distanti pochi centimetri l’uno dall’altro e profondi circa un metro. Purtroppo il fiume Po non presenta più molte caratteristiche di naturalità: da diversi secoli, e negli ultimi decenni in particolare, è stato costretto in un alveo sempre più ridotto, con sponde coperte da blocchi di cemento o da massi o consolidamenti di altro tipo, che ne impediscono i naturali cambiamenti di forma, come le erosioni spondali. Il topino, chiamato anche rondine riparia, ha quindi progressivamente perso i siti idonei alla riproduzione e ciò, sommato ai gravi problemi connessi ai cambiamenti climatici nelle zone di svernamento in Africa, ha fatto decrescere vertiginosamente le coppie nidificanti.
Tuttavia la natura tenta tenacemente di adattarsi alle condizioni poco confortevoli dei nostri fiumi: i topini, nel corso degli ultimi anni, hanno imparato a sfruttare i siti estrattivi dove l’attività delle ruspe e dei macchinari di scavo creano pendii scoscesi e privi di vegetazione, quindi molto adatti alla loro nidificazione. Prima dell’istituzione delle Aree protette del Po torinese, spesso le colonie nidificanti venivano distrutte dai mezzi di cava; ma ora, grazie all’attività informativa svolta dai guardiaparco nei confronti dei cavatori che operano sul territorio in sinergia con l’area protetta, i siti vengono tutelati nel periodo di nidificazione, dal mese di aprile al mese di luglio.
Il personale dell’Ente-Parco del Po torinese monitorano da venti anni l’evoluzione delle colonie nel tratto fra Casalgrasso e Moncalieri, dove il topino è ancora presente. Inoltre, attraverso l’attività scientifica di inanellamento di alcuni esemplari che in ogni stagione vengono catturati e ricatturati, si studia la sopravvivenza della popolazione da un anno all’altro.
Dall’analisi dei dati raccolti e grazie alla collaborazione con giovani ricercatori e il Museo di Storia Naturale di Carmagnola, sono stati pubblicati due articoli: l’uno analizza la sopravvivenza della specie e l’altro la mutazione delle abitudini dei topini a nidificare nelle cave anziché nelle sponde dei fiumi.
Le coppie nidificanti nelle cave delle Aree protette del Po torinese sono abbastanza stabili negli ultimi anni e possono variare dalle circa 300 alle 700 coppie; inoltre non sono più state rilevate nidificazioni lungo il fiume, bensì soltanto negli ambienti di cava, dove il topino pare sopravvivere piuttosto bene.

Ecco i link ai due studi:

www.avocetta.org

www.researchgate.net

Topino (Foto di Guido Teppa)
Topino (Foto di Guido Teppa)
 
Nidi di topini a La Loggia (Foto di Alberto Tamietti)
Nidi di topini a La Loggia (Foto di Alberto Tamietti)
 
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