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Un tratto di Via Francigena

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    Con il termine di "Via Francigena" si intende un fascio di possibili percorsi che nel medioevo consentivano ai pellegrini del nord-ovest d'Europa (Francia, Isole Britanniche, Fiandre) di giungere a Roma. Si parla di "fascio di percorsi" poiché non vi era un unico itinerario, prestabilito, bensì tantissime varianti, a seconda degli anni, delle necessità e della provenienza dei pellegrini e della transitabilità dei percorsi (per l'epoca medievale non si può parlare di strade come si fa per l'epoca romana, poiché nel medioevo non esistevano autorità preposte al mantenimento dei tracciati, i quali, pertanto, si creavano in base e grazie al transito spontaneo delle persone).

    I vari itinerari "francigeni" possibili avevano punti di divergenza e punti di convergenza. Questi ultimi erano dettati dall'orografia, quando si dovevano superare le Alpi, gli Appennini e grandi fiumi, come il Po.
    In particolare due erano i fasci principali di percorso nel tratto tra le Alpi e gli Appennini:

    • il fascio di percorsi che, scendendo dal Moncenisio o dal Monginevro, transitavano per la Valsusa, Torino, Moncalieri, Asti, Piacenza, per poi salire alla Cisa e da qui a Roma
    • il fascio di percorsi che, scendendo dal Gran S. Bernardo, transitavano per la Val d'Aosta, Ivrea, Vercelli, Pavia, Piacenza, per poi salire alla Cisa (è questo l'itinerario descritto nel 990 dall'arcivescovo Sigerico di Canterbury)

    Il fascio di percorsi, che scendeva dalla Valsusa, a Torino si sdoppiava in almeno due ulteriori fasci:

    • quello meridionale si dirigeva direttamente verso Piacenza, passando per Moncalieri e poi per Asti ed Alessandria;
    • quello settentrionale si dirigeva verso Pavia, passando per Chivasso e Vercelli, dove si congiungeva alla Via Francigena descritta nel 990 da Sigerico, arcivescovo di Canterbury (ossia quella proveniente dal nord della Francia e dalla Svizzera attraverso il Passo del Gran San Bernardo e la Valle d'Aosta).

    Oltre ai fasci principali di Via Francigena, vi erano fasci secondari di percorsi, attraverso le Colline del Po e del Monferrato, lungo i quali sorsero numerose abbazie, monasteri, chiese e foresterie. Queste ultime fornivano ospitalità ai viandanti ed ai pellegrini diretti o di ritorno da Roma e a Gerusalemme, oppure che procedevano verso Santiago di Compostela.

    La Via Francigena nel tratto fra Torino e Chivasso (PDF - 800Kb)


    Descrizione del percorso di "Via Francigena" fra Torino, San Mauro Torinese, Castiglione Torinese, Gassino Torinese, San Raffaele Cimena e Chivasso

    L'itinerario ha inizio in Piazza Castello a Torino. Superati i Giardini Reali, si prosegue per il Corso Regio Parco, costeggiando nella parte finale il cimitero monumentale di Torino. Al termine del muro cimiteriale si svolta a destra e, attraversando il parcheggio che si trova a sinistra, si giunge alla pista ciclopedonale lungo il Po. Da qui la vista spazia sulla collina su cui sorge la Basilica di Superga. Si prosegue sulla pista verso sinistra, sino a superare la Stura di Lanzo, dopo di che si svolta a destra e, dapprima lungo il fiume, poi lungo il canale AEM, si prosegue sino al nucleo abitato di Bertolla. Superata la borgata, nuovamente lungo il canale, si giunge al Lungo Po e al Parco "L'Eliana" di San Mauro, dove si attraversa il fiume sul "ponte vecchio", raggiungendo la sponda destra del Po, nel centro storico di San Mauro, ai piedi della collina, dove sorge l'Abbazia di Pulcherada.

    Un percorso alternativo, è quello che da Piazza Castello supera il Po all'altezza della Chiesa della Gran Madre, per seguire poi la sponda destra del fiume, lungo il Parco Michelotti ed attraverso il Parco del Meisino, sino a San Mauro (percorso lungo cui correva l'antica strada tra le città romane di Augusta Taurinorum e Industria).

    Da San Mauro il percorso prosegue verso levante, dapprima lungo Via XXV Aprile, poi, tenendosi su viottoli secondari ai piedi della collina di Sambuy e lungo il canale idroelettrico di Cimena, supera la strada che collega Settimo con Castiglione. Poco oltre, il percorso abbandona il Canale Cimena, per avvicinarsi alla collina ed all'abitato di Castiglione. Raggiunta la strada ex-statale, il percorso svolta a sinistra ed in breve supera l'incrocio con la strada per Chieri; Proseguendo lungo la ex-statale per un centinaio di metri, si incontra la piazza della chiesa parrocchiale di Castiglione Torinese.

    Il percorso da Castiglione a Gassino è interamente in ambito urbano: si risale la strada a destra della chiesa parrocchiale e svoltando poi a sinistra si scende gradualmente fra case e giardini e si entra nell'abitato di Gassino. A destra si incontra il grande edificio della Scuola Elementare e, dopo aver superato Corso Italia, si entra nel centro storico, raggiungendo Piazza Antonio Chiesa (dominata dal campanile e dalla cupola della chiesa dello Spirito Santo). Dalla piazza il percorso scende sino alla chiesa parrocchiale, dedicata ai Santi Pietro e Paolo.

    Da Gassino Torinese il percorso della Via Francigena segue per alcune centinaia di metri la strada provinciale per Cinzano, quindi, in prossimità di una curva a destra, la abbandona a sinistra per tornare a seguire il Canale di Cimena in direzione della Piana di San Raffaele Cimena. Superato il ponte, all'incrocio con la strada di Valle Baudana, il cammino prosegue sulla sponda sinistra del canale e si inoltra fra le case della Piana di San Raffaele. Nei pressi della chiesa parrocchiale di San Raffaele Cimena il percorso svolta a sinistra su Via Ferrarese e, dopo qualche centinaio di metri, supera anche l'incrocio con la strada ex-statale. Da qui in poi, dopo aver abbandonate le ultime case della Piana, il percorso prosegue con un andamento tortuoso su stradine sterrate fra i campi, raggiungendo la sponda destra del Po. Seguendo il corso del Po, si giunge a superare il promontorio collinare di Cimena, visibile sulla destra oltre i campi e le risaie.

    Continuando ancora fra i campi, con una ampia svolta verso destra il percorso si riavvicina al piede della collina, dove con un breve tratto in salita, raggiunge la strada ex-statale. Da questo punto il cammino è nuovamente su asfalto. Si attraversa la strada e, seguendone il ciglio a monte verso sinistra si superano la centrale idroelettrica di Cimena, il bivio per Castagneto Po (dove sorgono il castello già di Carla Bruni e la Chiesa di S. Genesio) e si giunge infine alla rotatoria stradale, dove si svolta a sinistra, superando il lungo ponte sul Po. Oltrepassato il ponte, sulla destra sorge il Parco del Bricel, al termine del quale si trova il monumentale edificio di Presa del Canale Cavour.
    Se invece si prosegue dritto lungo via Po, si giunge nel centro della città di Chivasso, dove si trovano la Torre Ottagonale ed il Duomo di Santa Maria Assunta.

    L'abside di S. Maria di Pulcherada
    L'abside di S. Maria di Pulcherada
    (foto di: Andrea Miola)
     
    Il Po, il Monviso e la Mole Antonelliana visti dal Ponte Vecchio di San Mauro Torinese
    Il Po, il Monviso e la Mole Antonelliana visti dal Ponte Vecchio di San Mauro Torinese
    (foto di: Andrea Miola)
     
    Chivasso, l'antico
    Chivasso, l'antico "Bricel" nel Parco del Bricel
    (foto di: Stefano Beccio)
     
    Lungo Po a San Mauro Torinese
    Lungo Po a San Mauro Torinese
    (foto di: Stefano Beccio)
     
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