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Mieli del Piemonte

Definizione
Il miele, secondo la norma internazionale emanata dalla Commissione del Codex Alimentarius F.A.O/O.M.S., nel 1998, è “il prodotto alimentare che le api domestiche producono dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che esse bottinano, trasformano e combinano con sostanze specifiche proprie e lasciano maturare nei favi dell’alveare”.
Il miele è una soluzione zuccherina molto dolce, prodotta dalle api per nutrire le proprie larve e per avere una riserva di cibo durante la stagione invernale. Le api operaie prima prelevano il nettare dei fiori, poi lo trasformano in miele mediante una apposita sacca che si trova nel loro apparato digerente. Il miele prodotto dentro il corpo dell’ape viene poi conservato in favi all’interno dell’alveare. Il miele d’api è composto di fruttosio, glucosio, acqua, enzimi e oli essenziali. Il miele è un alimento molto nutriente (100 grammi forniscono 330 calorie). Mentre il glucosio fornisce energia immediata, il fruttosio viene immagazzinato nell’organismo andando a costituire una riserva energetica. Il colore ed il gusto dipendono sia dalla fonte da cui è stato estratto il nettare, sia dall’invecchiamento del miele. La cristallizzazione è un processo naturale che dipende dalla composizione e dalla temperatura. Prima di essere messo in commercio, il miele viene riscaldato a 66°C, per sciogliere eventuali cristalli, quindi versato in contenitori sigillati per limitare il più possibile la cristallizzazione.

  • Metodiche di lavorazione: La lavorazione dal prodotto grezzo al prodotto finale, secondo metodi consolidati nel tempo, prevede le seguenti operazioni:
    - disopercolatura dei favi;
    - estrazione per centrifugazione;
    - filtrazione;
    - decantazione;
    - invasettamento.
    Tale sequenza è rimasta immutata da quando, nel Milleottocento, in apicoltura fu adottato il favo mobile e fu resa possibile l’estrazione del miele senza ricorrere all’apicidio.
    Il miele è prodotto in quasi tutto il Piemonte, con una produzione diversificata a seconda delle condizioni altimetriche e vegetazionali.
    Tra i vari tipi di miele prodotti in Piemonte sono meritevoli di essere elencati, per le loro elevate caratteristiche qualitative, le seguenti varietà monoflorali:
    1) miele cosiddetto di acacia: è un miele chiaro e fluido, prodotto sopratutto nelle colline del Monferrato astigiano ed alessandrino, delle province di Novara, Vercelli e del Canavese. Gli alberi, i cui fiori forniscono il nettare per questo miele, non sono in realtà le acacie africane, bensì la robinia, albero di origine nordamericana, ma da qualche secolo naturalizzatosi in Europa;
    2) miele di tiglio: viene prodotto in alcune zone del Piemonte, soprattutto nel Novarese (dalla Val d’Ossola proviene la maggior parte della produzione), in Val Pellice e nelle Valli di Lanzo. E’ un miele cristallizzato con un gradevole aroma;
    3) miele di castagno: è di colore scuro, aromatico, lievemente amarognolo, profumato e tende a non cristallizzare. E’ prodotto in tutta la fascia pedemontana del Piemonte e nelle colline del Po e del Canavese. Il Piemonte è una delle regioni italiane nelle quali si ottengono le più significative quantità di miele di castagno, perché, sebbene l’albero sia diffuso in quasi tutta Italia, attualmente è proprio la fascia pedemontana piemontese quella che costituisce la principale zona di coltivazione di castagno da frutto in Italia.
    4) miele di tarassaco: ha un colore intenso, aroma molto marcato e caratteristico e si presenta sempre cristallizzato;
    5) miele di rododendro: è di colore molto chiaro, presenta un aroma assai delicato ed ha una consistenza burrosa;
    6) miele millefiori: è di colore chiaro, cristallizza finemente ed ha ottime caratteristiche aromatiche.
  • Zona di produzione: La zona di produzione coincide con l’intero territorio della Regione Piemonte.
  • Attrezzature utilizzate: I materiali e le attrezzature utilizzati per la preparazione e l’imballaggio del miele sono:
    - forchetta e coltello per la disopercolatura dei favi,
    - centrifughe (a mano o a motore) per l'estrazione del miele,
    - contenitori in acciaio inox per la decantazione e lo stivaggio del prodotto;
    - contenitori di vetro, a chiusura ermetica, per il confezionamento e la commercializzazione del miele.
  • La storia: La tradizionalità della produzione di mieli della Regione Piemonte è dimostrata da vecchi libri di apicoltura, i quali attestano che i metodi di lavorazione sono rimasti invariati nel tempo.
    Norme riguardanti l'allevamento delle api, la proprietà degli sciami, il commercio del miele, le multe per i furti di alveari o di prodotti apistici sono contenute in diversi documenti del XIII, XIV e XV secolo rinvenuti nelle province di Cuneo, di Torino, di Alessandria e di Novara. Queste notizie, anche se molto scarse, sono sufficienti per documentare che alla fine del Medio Evo l'apicoltura era diffusa in tutto il Piemonte.
    Oggi l'apicoltura in Piemonte riveste un ruolo importante, con circa 4.200 apicoltori e 151 mila alveari.
  • Tutela legislativa: I mieli del Piemonte sono classificati come "Prodotto agroalimentare tradizionale del Piemonte", ai sensi dell'art. 8 del D.lgs. 30 aprile 1998, n. 173, del Decreto Ministeriale n. 350 dell'8 settembre 1999 e dell'Allegato alla Deliberazione della Giunta Regionale del Piemonte del 16 aprile 2013, n. 51-5680.

Mieli del Piemonte
Mieli del Piemonte
(foto di: Andrea Miola)
 
Mieli di castagno del Piemonte
Mieli di castagno del Piemonte
(foto di: Andrea Miola)
 
Mieli del Piemonte
Mieli del Piemonte
(foto di: Andrea Miola)
 
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